UN DOTTORE DA FAVOLA:GIANNI CALAFIORE SI RACCONTA, “HO INIZIATO DA GIORNALISTA”
Da 44 anni a servizio della Viola, grande, piccola, mitica, amatoriale, miliardaria che essa sia. Aneddoti, Ricordi, la storia nero-arancio sul nostro giornale. E su Gianni Scambia? “grande uomo sempre sorridente piegato, ma non spezzato da una realtà che ha cercato in tutti i modi di distruggerlo. Ci ha che regalato le pagine più belle della Viola”.
Ci può raccontare quando e come avvenne il primo approccio tra il Dott. Gianni Calafiore e la cestistica Piero Viola?
I primi contatti con la Viola sono stati di tipo giornalistico.
Mi spiego meglio. Insieme al compianto mio fratello Prof. Franco Calafiore curavamo la rubrica giornalistica degli sport minori per il giornale “La Tribuna del Mezzogiorno” sin dai tempi del De Amicis e successivamente del Piria e spesso mi trovavo a commentare i resoconti delle varie partite della Viola
Successivamente, terminati gli studi della medicina e conseguita la specializzazione in Medicina dello sport, per poter applicare sul campo le mie esperienze di ex atleta nel campo del baseball e del calcio, mi sono accostato alla Viola nell’anno sportivo 1977-78 . Se non ricordo male in quell’anno l’allenatore era Moizo.
Erano gli anni di estremo dilettantismo guidati dal grande carisma del Giudice Viola.
Non c’era ancora la figura di un vero massaggiatore, ricoperta da un infermiere dotato di buona volontà , ed io andavo in giro con un borsone pieno di materiale per il pronto soccorso sportivo. Il primo massaggiatore ufficiale fu una fisioterapista donna, con tutte le difficoltà del caso e del periodo.
Tanto chè con la venuta di coach Benvenuti, questi ha voluto espressamente una figura maschile come massaggiatore, per potersi muovere liberamente nello spogliatoio con gli atleti in via di vestizione .E da quell’anno (se non sbaglio 19880-81) fu chiamato a svolgere questo ruolo chiave il mitico Lillo Barreca , con il quale abbiamo condiviso, spinti da una profonda stima ed amicizia, per oltre trenta anni i problemi sanitari dello spogliatoio e le gioie delle vittorie sportive della Viola.
E così passando attraverso campionati di serie B, A2, A1 , Promozione, Giovanili, C ecc. sono arrivato , in piena attività, a 44 anni di attività ininterrotta con la nostra amata Viola
Si sta parlando molto su quanto possa essere sicuro ricominciare l’attività sportiva in era post-covid19.
Da addetto ai lavori, sempre attento alla salute degli sportivi, crede che si possa pronosticare un ritorno alla normalità?
E’ fuori dubbio che stiamo vivendo un momento estremamente delicato della nostra vita, in quanto la pandemia di covid19 ci ha colpiti nelle nostre abitudini e nella nostra quotidianità.
Si tratta di un virus ad alta contagiosità e pericoloso nel suo multiforme decorso clinico che può portare sia a guarigione che purtroppo verso un decorso infausto .
Dopo un inizio di contagio che non è stato recepito nella sua giusta pericolosità dalle autorità sanitarie, queste si sono messe in moto in maniera straordinaria per mettere in atto strumenti per contenere la diffusione del virus e predisporre cure per soggetti infetti.
Il ritorno alla normalità in ambito sportivo avverrà sicuramente in tempi abbastanza lunghi. Assistiamo giornalmente ad incontri e dibattiti sull’argomento, segno questo di dubbi ed incertezze sull’argomento.
In campo calcistico ci sono interessi economici importanti che spingono ad una precoce ripresa dell’attività agonistica, ma sulle modalità, tempi, luoghi si naviga a vista con pareri diversi, spesso opposti, segno questo di grande confusione.
Lo sport di squadra richiede la presenza contemporanea di decine di atleti, tecnici, dirigenti, medici, massaggiatori ecc. Come si fa a mantenere la prevenzione seria in questi casi?
Per non parlare poi delle partite, che anche se effettuare senza spettatori, prevede il doppio del personale ed il contatto fisico degli atleti, e questi come farebbero a giocare con le mascherine, quando come nel basket ci sono momenti di alta intensità aerobica- anaerobica mista e quindi con una attività respiratoria massimale?
Gli interrogativi e i dubbi sono tanti. A mio parere si potrebbe ipotizzare una ripresa, specie dei campionati minori, quando l’attività contagiosa del covid19 sarà in via di spegnimento, con tutte le precauzioni del caso , testando tutti gli atleti ed il loro entourage, evitando al minimo indispensabile gli assembramenti. Tenendo presente che , riferendo una frase pedissequamente ricorrente in questi giorni, nulla sarà come prima del covid19.
Stiamo pubblicando foto su foto di ricordi di Viola e non solo.
Quale è la formazione nero-arancio che il Dott. Calafiore, figura che ha vissuto tutta storia del sodalizio nero-arancio dal di dentro maggiormente nel cuore?
Nell’arco di così tanti anni è difficile, se non impossibile , citare pochi nomi, altrimenti sarebbe un elenco molto corposo. Cerco di citare alcuni atleti, suddivisi per ruolo, e mi scuso con coloro i quali non sono stati menzionati per dimenticanza.
Play: il play tascabile Bianchi, Santoro grande catalizzatore in campo e fuori, Pritchard.
Guardie: Bullara, Sconochini Yongh, Oliver e Manu Ginobili.
Ali: Avenia, Caldwel, Volkov, Kupec. Eubanks
Centri: Hughes, Garrett, Scott, Brown, Tolotti
Si è parlato tanto di quanto fosse difficile gestire il talento e la sregolatezza di Mark Campanaro.
Chi è stato il giocatore, Mark escluso più difficile da gestire?
Quando Dean Garrett, arrivò a Reggio, veniva da un anno non proprio esaltante a Forlì. Nei primi mesi il suo rendimento non fu certo dei migliori. Per capire il motivo di ciò è stato seguito accuratamente dal punto di vista medico e si è notato che non praticava una vita da atleta consona al suo valore. Quando , su nostra sollecitazione ed in perfetta armonia , ha modificato i suoi fondamenti dietetici e di vita , diventò quell’atleta devastante che tutti conosciamo e che lo portò a diventare protagonista anche nella NBA.
Sempre a proposito di Garret vorrei rammentare un episodio che pochi ricordano. Nell’anno sfortunato del mancato scudetto Dean andò incontro ad un episodio di ernia inguinale strozzata, per cui nella notte fu sottoposto ad intervento chirurgico di riduzione e riparazione della porta erniaria. D’accordo con il chirurgo che l’ha operato e con l’assenso del grande professionista Garrert , dopo solo 22 giorni dall’ intervento ,con le precauzioni del caso, diedi l’assenso alla ripresa agonistica dell’atleta, che così saltò solo due partite di campionato, assumendomi nel contempo una gran bella responsabilità.
Ritorniamo ad un anno fa .
Se quei 7mila euro fossero stati pagati regolarmente cosa sarebbe successo a suo avviso?
Dopo mille peripezie societarie si riuscì a costruire una squadra che piano piano sotto la sapiente guida di coach Mecacci divenne molto ben amalgamata e cominciarono ad arrivare risultati molto confortanti,
Verso la fine del campionato e dei successivi play off, nonostante il gruppo non ricevesse più emolumenti da molti mesi ha continuato a giocare e vincere , dimostrandosi veri professionisti e soprattutto grandi uomini, in quanto in tanti che avevano richieste da altri club, hanno rifiutato il trasferimento per onorare l’impegno preso nei confronti della città e continuare a battersi per i colori nero-arancio .Dopo aver vinto il playoff con Pescara, la corsa verso l’altro playoff con Nardò fu bloccata dalla federazione per non aver versato la società la somma di 7.000 Euro ed impedendo di fatto la prosecuzione della splendida cavalcata reggina verso la ser A2, che avremmo sicuramente strameritato. Resta vivido nella mia mente l’immagine degli atleti reggini in lacrime per non avere potuto giocarsi sul campo la possibilità di raggiungere l’agognata A2.
Gianni Calafiore ha vissuto cinque decadi di pallacanestro con intensità e trasporto.
Post Covid ci si aspetta una ripartenza dell’Italia, dello sport in generale ed ovviamente del basket
Cosa cambierebbe dal punto di vista normativo del nostro amato sport?
Purtroppo per l’attività sportiva post Covid19 si prevedono tempi duri, in quanto ci sarà una crisi economica molto vistosa a tutti i livelli: parecchie società sportive scompariranno dallo scenario del basket nazionale e locale.
Per incentivare una ripresa bisogna porre le società superstiti nelle migliori condizioni per una ripresa a breve e medio termine con la abolizione dei parametri, riduzione delle spese relative ad iscrizione ai campionati, tasse gare, ecc., riduzione, sino all’abolizione delle tariffe relative al terreno di gioco e degli allenamenti, riduzione del numero degli stranieri da utilizzare nei campionati italiani a cominciare dalla massima serie dove si vedono schierati pochissimi italiani, incentivare il minibasket e l’attività giovanile, in modo da ricostruire i nostri vivai, incentivare la crescita della classe dirigente e degli allenatori, spingere l’attività imprenditoriale locale e nazionale ad avvicinarsi al basket, incentivare e premiare i pochi dirigenti che con tanto amore e sacrificio si occupano di basket locale.
Un tuffo nel passato riguarda suo figlio Viki ed un gruppo straordinario che ha scritto il il momento più alto del basket calabrese di sempre, lo scudetto cadetti del 1995 sotto la guida di Gaetano Gebbia, Da genitore che emozioni ha vissuto?
Ricordare quell’anno suscita sempre una grande emozione. E’ il classico esempio di come il Davide di turno può battere Golia
Il tutto nasce da una brillante intuizione di Gebbia, coadiuvato da Bianchi e dal preparatore atletico Rosace.
Si è partiti da un folto gruppo comprendente atleti del 1978 e 79 e da un aggregato eterogeneo si creò un
Gruppo molto affiatato in campo e soprattutto fuori con stima recripoca, rispetto dei ruoli e soprattutto responsivo alle sollecitazioni veramente notevoli che arrivavano dagli allenatori e dal preparatore atletico.
Fu un anno molto intenso, con allenamenti quotidiani veramente impegnativi, con vittorie ininterrotte sia nel campionato di categoria che nei vari tornei nazionali dove la squadra veniva regolarmente invitata.
Si arrivò alla fase finale del torno cadetto valida per l’assegnazione del titolo tricolore in quel di San Vincenzo, vicino Livorno con la Viola nel ruolo di assoluto outsider dove venivano date favorite squadre che in quel momento dominavano il campionato nazionale, quale Bologna, Roma, Treviso.
Dopo aver vinto con grande autorità tutte le partite , suscitando la simpatia del pubblico neutrale presente sugli spalti si arrivò alla finale con il Benetton di Treviso.
Ed ecco ripetersi la storia di Davide che si batte con Golia. La Benetton Treviso , il cui atleta più basso era il play di oltre due metri, strafavorita dai pronostici chiude il primo tempo in vantaggio di oltre 20 venti punti nei confronti della Viola Reggio Calabria il cui atleta più alto era di appena 1,90. Partita senza storia, già chiusa? Il secondo tempo è tutta un’altra storia. La Viola ribatttè colpo su colpo ad un avversario sulla carta molto più forte e punto dopo punto si avvicinò nel punteggio alla Benetton per superarla nel finale. Si vedevano in campo g1i atleti della Viola “Duracel” che correvano come matti, raddoppiando e spesso triplicando gli atleti di Treviso ormai con le batterie scariche e frastornati dalla superiorità tecnica e dalla freschezza atletica dei reggini. La vittoria finale fu conseguita con pieno merito , senza ombra di dubbio, dalla Viola, in mezzo ad un tripudio dei reggini presenti e del pubblico di San Vincenzo che onorò del giusto tributo i vincitori a coronamento di una anno fatto di sacrifici e di trionfi.
Ad onor del vero è giusto sottolineare che si può conciliare lo sport con lo studio, ed, a conferma di ciò, faccio presente che la maggior parte di questo gruppo ha vinto anche nella vita diventando ottimi e stimati professionisti.
Costruisca la Viola più forte di sempre.
Presidente ,allenatore, dieci atleti. Chi menderebbe in campo?
Presidente: Il Presidente- Giudice Viola, grande carisma, grande catalizzatore
Ing. Scambia, grande uomo sempre sorridente piegato, ma non spezzato da una realtà che ha cercato in tutti i modi di distruggerlo. Ci ha che regalato le pagine più belle della Viola
Versace Santo Imprenditore reggino che ci ha sollevati dal baratro e ci ha fatto vivere tre anni di grande basket
Allenatore: Benvenuti l’allenatore che ci ha portato verso il professionismo portandoci dalla serie B alla A1
Zorzi un allenatore per tutti i tempi che ci ha saputo regalare grande basket e che ci ha sempre supportato nei momenti critici.
Recalcati con lui abbiamo vissuto i momenti più esaltanti del basket reggino.
Gebbia allenatore che non sempre ha raccolto i frutti collegati alla sua bravura Grande metodologo, ottimo maestro.
10 Atleti:
Play: Bianchi, Santoro
Guardia: Sconochini, Oliver, Young
Ali: Avenia , Caldwel, Volkov
Centri: Hughes, Garret, Tolotti