TUTTA LA LEGGERE:RENZO MESCHALCHIN,GLORIA DELLA CESTISTICA PIERO VIOLA
All’interno della nostra rubrica “Racconti di Viola”,abbiamo intervistato Renzo Mescalchin.
Ve lo ricordate? E’ nato il 10 gennaio del 1963. Ala-guardia in forza alla grande Cestistica Piero Viola di Gianfranco Benvenuti, che, egli stesso ha raccontato durante l’intitolazione del Botteghelle alla memoria del Coach.
Ritroviamo con piacere Renzo Mescalchin
E’ bello riavvolgere il nastro e ritrovare i protagonisti della storia della Viola.
Il nostro ospite è fresco di sessant’anni.
Se la ricorda ancora Reggio Calabria?
Si.Ogni tanto vengo a fare un giro.
Adesso saranno 6-7 anni ma me la ricordo e bene.
Dagli ’80 è cambiata molto: si è ingrandita, è diventata più bella.
Dove giocavamo, allo Scatolone, in Serie B ho visto tanti e nuovi condomini,
A Reggio Campi dove abitavamo noi hanno messo le scale.
E poi, il lungomare Falcomatà, veramente bellissimo.
Voi abitavate A Reggio Campi?
Si, nei palazzi Sip. Eravamo tutti insieme.
Che periodo è stato?
Un bel periodo.
Avevo 19, 20 anni.
Era la mia gioventù.Periodi che ti porti per sempre.
Giocando a basket, era tutto più bello:la pallacanestro, le amicizie e non solo.
Che giocatore era Renzo Mescalchin?
Sono passati 40 anni.
Io giocavo ala-guardia.All’epoca, i giocatori non avevano un ruolo ben definito sin da giovane.
Ho fatto le giovanili, partendo a 14 anni alla Virtus Padova: giocavo tutti i ruoli.
I miei fondamentali erano totali.
Nel corso della carriera, in base alla mia crescita ho sviluppato il mio ruolo: in Serie B prima, in A2 dopo, le cose son cambiate e sono diventato un’ala piccola.
La Pallacanestro Viola,oggi gioca contro entrambe le squadre di Padova, Virtus e Petrarca.
A quel tempo, leggendo quei nomi, di quel roster vengono i brividi?
Quegli anni? Il basket stava nascendo in po tutto il sud.
Io arrivavo dal “Latte Mattese Caserta”.
C’era grande entusiasmo.
Grande seguito, seguito di giovani.
Noi, eravamo una bella squadra, davvero un bel gruppo:Coach Benvenuti aveva costruito una squadra equilibrata.
Un bel rapporto con i giocatori.
Un gruppo unito: tanti giocatori che amavano il basket.
Il più forte?
I giocatori più rappresentativi erano Cj Kupec e Kim Hughes, anche perché entrambi avevano un passato in Nba(ed anche in Aba da campione per Kim ndr), e seppur arrivassero quasi a fine carriera, avevano un tasso tecnico ed una qualità eccelsa.
Senza dimenticare Campanaro:italo-americano che aveva militato anch’egli negli Usa ed aveva grosse qualità tecniche.
A ruota, gli italiani con il compianto Battisti, Mario Porto(che credo viva ancora a Reggio),Massimo Bianchi, che ho incontrato di recente perché allena in Lombardia.
Lucio Laganà, l’unico reggino doc, era l’unico “nativo” di quella squadra, cresciuto nel vivaio della Viola, Antonio Campiglio, Umberto Gira che giocò l’anno di Serie B, c’era un bel gruppo.
Mario Simeoli è arrivato gli anni successivi.
Ho letto, qualche tempo fa, un suo bellissimo intervento nel ricordo ed in onore di Coach Benvenuti.
A dirla tutta avrei voluto presenziare fortemente all’intitolazione del Palazzetto di botteghelle, ma non è stato possibile per ragioni logistiche.
Idem, per i tragici accadimenti come il lutto del Giudice Viola.
Benvenuti era un allenatore che giocava un basket semplice.
Pochi fronzoli ma tante basi.
Poche cose ma fatte molto bene e ci lasciava liberi di esprimerci, anche dal punto di vista della personalità.
Una volta si chiamava “passing-game”.
Lei segue ancora il basket?
Si, osservo Vicenza e non solo.
Anche la Serie A, Venezia o Bologna: è da un po che non vado ma amo il basket.
Qual’era il suo idolo cestistico?
Bob Morse di Varese. Americano straordinario che ho conosciuto avendo fatto un provino a Varese da giovanissimo.
Anche Dino Meneghin, ma Morse era il mio idolo quando avevo 13-14 anni.
Morse che venne anche a Reggio Calabria, tanti anni fa a fare un clinic per tiratori.
Ha continuato, dopo la sua esperienza a seguire l’esclation del Mito Viola?
Si, assolutamente.
I passaggi in A1, con lo sponsor Panasonic.
L’ho seguita con piacere ed orgoglio.
Ci sono stati degli anni molto belli con risultati importanti.
La creazione del nuovo Palazzetto ed il PlayOff contro Treviso, era il 1993, ma ancora se ne parla, purtroppo.
Si, è diventato un Cult annullato a Garrett.
Ricordo molto bene.
Questa rubrica nasce nel ricordo del Giudice Giuseppe Viola.Lei che ricordo porta con se?
Era il padre cestistico di tutti noi.
Una persona molto pratica a cui potevi rivolgerti per qualsiasi cosa, dalla più semplice alla più complessa.
Ricordo che riuscita a riceverci anche in Tribunale all’occorrenza.
Aveva una passione incredibile e sfrenata per il basket.
Ci ha messo tutte le energia possibili e come Presidente ha sempre trattato tutti con il dovuto rispetto: un vero e bravo Presidente, personalmente ho un ottimo ricordo.
Negli ultimi anni abbiamo intervistato spesso Mark Campanaro,una sorta di Icona.
Possiamo ricordare qualcosa di questo straordinario atleta?
Giocatore molto estroso. Sapeva prendere rimbalzi fondamentali, passare il pallone al momento giusto e fare canestro quando occorreva.
Il giocatore più eclettico che avevamo, senza ombra di dubbio.
Fuori dal campo era molto estroverso: gli piaceva divertirsi ed era molto di compagnia.
Prendeva la vita in modo molto spiritoso.
Qual’è la partita che ricorda maggiormente della sua esperienza a Reggio?
La partita della Promozione a Pavia.
Abbiamo dominato la partita dall’inizio alla fine. Non c’è mai stata grande storia.
Îl culmine del nostro anno.
In particolare, mi ricordo la telefonata che fece il Giudice Viola alla squadra, comunicando la sua soddisfazione per il risultato ottenuto.
Che partita fu quella?
Un po di equilibrio ma si capiva abbastanza bene che la gara era nostra.
Non posso mai dimenticarmi Alfredo Grasselli.
In B fu un grande realizzatore.
La buttava dentro in qualsiasi parte del campo.
Chi è oggi Renzo Mescalchin?
Faccio nuoto e vado a camminare per tenermi in forma.
Lavoro in una Ditta, mi occupo di smaltimento di rifiuto, sono sposato e vivo a Vicenza da circa quindici anni.
Il girone della Pallacanestro Viola 2023?
Gironi un po particolari.
Troppo impegnative per un semplice girone di Serie B.
Quella squadra: il vice allenatore era Gaetano Gebbia.Che giovanotto era?
Era un ragazzo giovane ed era assetato di basket.
Una passione incredibile, palesata con la sua carriera.
Lo sento ogni tanto.
Non vedo l’ora di salutarlo personalmente:ho un caro ricordo di una brava e gentile persona.
Ha sempre aiutato i giovani: molto preciso come allenatore.Dava molto.
La conserva ancora la sua canotta della Viola?
Non ho avuto la fortuna di poterla conservare.
Ho perso tutti i ricordi a causa di un furto: conservo due medaglione con la riproduzione dei Bronzi, e li conservo gelosamente.
Kupec?
Con lui i canestri dovevi sudarteli.
Un agonista vero.
E’ diventato quello che era grazie al suo lavoro giornaliero.
Giocatore di uno spessore importante.
Non mollava mai: quando iniziava la partita, diventava “matto”, tosto e spigoloso.