RACCONTI DI VIOLASliderStory

TUTTA DA LEGGERE:NINO BAGNATO, PIONIERE DEL BASKET REGGINO

Da qui, si è fatta la storia.Prima del Guf, prima della Cestistica Piero Viola.

Il campo da gioco? Piazza del Popolo.

Abbiamo avuto il piacere di ascoltare le parole di un vero signore:Nino Bagnato.

83 anni.

Tanti racconti.

Storie bellissime.Storie d’amicizia e palla a spicchi.

L’amicizia con i fratelli Viola.

La creazione del Mito.

I primi campi all’aperto.

La Nazionale, Coach Paratore e Coach Van Zandt,

Nino Bagnato, pioniere del basket reggino e primo cittadino della storia del basket a Reggio ad essere convocato in Nazionale.

Ecco l’intervista, tutta da leggere di Giovanni Mafrici

Presento il mio ospite, il primo convocato in azzurro nel basket a Reggio Calabria,il Dottore Nino Bagnato.
Come sta?

Tutto bene, sto discretamente.

Il Basket? Venni iniziato nel 1953 a Reggio Calabria per caso.
Fui portato a vedere una partita, in quella che, all’epoca veniva denominata Federazione.
M’innamorai della pallacanestro.
La prima partita da me giocata fu contro una squadra francese che era in visita a Reggio, il Nizza Sport.
Mi presero in prima squadra come una vera “mascotte” e da allora non lascia più la prima squadra: avevo circa 14 anni.
C’era Acerbis, Vitali, Bibby Lo Presti, qualche anno dopo arrivarono Nino Labate e tutti gli altri.
Iniziai a giocare, era una bella squadra.

Era il Guf?
 No, prima ancora. Si chiamava la Vilardi. Era uno dei primi sponsor. Dava qualche contributo, eravamo abbastanza poveri.

Il primo Coach?

Bruno Mammì, impiegato delle Ferrovie, appassionato di basket.
Per la verità, non abbiamo avuto grandi allenatori, fin quando ci sono stato.

E la Nazionale?

Venni convocato prima per la Nazionale giovanile. Tre giorni a Roma. Fui costretto a tornare a casa per un problema ad un piede: nulla di grave, ma non c’era la giusta assistenza all’epoca.
Il Coach era Paratore.
Successivamente venne Van Zandt.
Tornai a casa e partecipai ai campionati di C e B:eravamo molto amici.
Il primo Presidente fu Piero Viola che, purtroppo morì giovane: su nostra forte sollecitazione, il fratello Giuseppe divenne il nuovo Presidente.
Prese in mano la squadra in onore e nel ricordo del gemello.
Per quanto mi riguarda, presi parte ai pre-olimpionici del 1960 e prima ancora, nel Cus Messina, insieme a De Carlo e Piero Ficara giocammo dall’altra parte dello stretto.

Diceva Nino Labate che Coach Van Zandt allenò anche a Reggio?

Si,passò dalla nostra città, sono ricordi lontani ma è vero.
Con il Cus Messina andammo con gli universitari.
Io avevo 17 anni, studiavo al Piria.
A Messina ci conoscevano bene, vincevamo spesso contro di loro che erano altrettanto bravi:c’era Marsiglie,Cintioli,Boris Giuliano.Nuccio Fava era un pò più giovane, poi diventò molto impattante per quella squadra. Lui era originario di Pellaro.
Andammo a Montecatini con De Carlo,Piero Ficara ed arrivammo secondi dopo la rappresentante del Lazio,il Cus Roma.
Battemmo il Cus Bologna di Zagatti e Moruzzis.
Successivamente a Fermo, nelle Marche, sono stato in Ritiro per i pre-olimpionici.
Ritiro si fa per dire, eravamo molto giovani.
Il collante era l’amicizia:eravamo sempre insieme.
Reggio era una città non grande:ci si conosceva un pò tutti.
Si formavano i capannelli.
CI riunivamo da Edoardo De Carlo alla Profumeria prima della Banca D’Italia.

La Piero Viola?
Nacque grazie alle nostre amichevoli pressioni.
Peppino Viola è stato una stella luminosa per il basket nazionale.
Lui era Consigliere Nazionale. Molto ascoltato dall’Avvocato Porelli,l’allora Presidente della Lega Basket.
Ero molto amico, prima di Piero e poi di Peppino,mio testimone di nozze.
Io ero Presidente del Collegio di Lega, lui una vera e propria autorità.
La scalata della Viola l’ho vissuta a distanza:ricordo Recalcati allenatore, le cene, la pizza con Kupec.
Una bella storia:sinceramente, mi ha un pò amareggiato il fatto che Peppino Viola sia stato poco compreso, dal punto di vista sportivo da Reggio.
A livello nazionale era ammirato da tutti.

Viola?
C’era un senso di amicizia che ci teneva uniti e che è rimasta.
Avrà notato che con Nino Labate, con il quale ci conosciamo da quando avevo 15 anni, ne ho 83, e l’amicizia è rimasta indelebile.

Che giocatore ero?
Ero un esterno. Coprivo diversi ruoli se si doveva cambiare tattica.
Saltavo molto.
Mi son trovato bene perché avevo fatto anche atletica.
Riuscivo a saltare molto ed anche a schiacciare anche se ero alto solo 1.86.

Chi erano gli idoli?

Gli italiani erano Riminucci e Pieri.Senza dimenticare Sandro Gamba.
Qualche anno prima Tracuzzi di Messina che successivamente divenne allenatore della Viola.
Erano bei tempi, era la mia giovanezza.
Il basket è stato l’amore della mia gioventù e non solo. Mio figlio, Tommaso Bagnato ha giocato nella Virtus Bologna.

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