San Matteo-Indomita, la replica della formazione siciliana
Spett.le redazione,
in conseguenza delle diffamatorie ricostruzioni propalate da caserecci siti internet della società Indomita, ripresi da mezzi di informazione cartacei ed online, ed al solo fine di puntualizzare il reale svolgimento dei fatti, siamo costretti a perdere un po di tempo e scendere in polemiche di livello tanto infimo quanto per noi inusuale.
Ci appare dunque doveroso in particolare fare le seguenti precisazioni, là dove possibile facilmente riscontrabili dallesame del referto di gara, che rimane a disposizione degli interessati:
- il numero dei falli fischiati alle due squadre non è quello riportato dalle nostre fantasiose avversarie (11 al San Matteo, 28 allIndomita), bensì 16-22 al momento dello scatenarsi della caccia alluomo nei confronti delle giocatrici messinesi, e 16-27 a fine gara.
- al contrario di quanto riportato, al sopraggiungere dellisteria collettiva dellIndomita, il San Matteo era in vantaggio (58-52), la partita si stava chiudendo e non vi era alcun interesse a movimentare il finale di una partita ormai vinta.
- lattuale allenatore del San Matteo, così come i suoi predecessori, nellarco della carriera non ha mai insultato né offeso le giocatrici della squadra avversaria, peculiarità peraltro universalmente risaputa e riconosciutagli nellambiente cestistico. Al contrario nel corso della gara più volte gli arbitri, pur senza emettere alcun provvedimento ma certamente prendendo atto delle parole udite, lo hanno esortato a mantenersi calmo ed a non reagire alle provocazioni che giungevano ripetutamente da parte delle giocatrici dellIndomita.
- i numeri che i cronisti dellIndomita sentivano snocciolare allallenatore del San Matteo si riferivano probabilmente agli schemi da adottare per vincere la partita. Ma questa, da che mondo è mondo, è la pallacanestro, materia nella quale il redattore di quelle stravaganti note non sembra affatto ferrato.
- In conclusione la vicenda più delicata e vergognosa. Il cronometrista della partita, appartenente alle forze dellordine e dunque certamente abituato a mantenere il controllo, reo soltanto di aver detto ad una giocatrice dellIndomita che lo fissava con atteggiamento minaccioso: numero 14 che cè da guardare?, è stato inseguito fino al centro del campo da tre o quattro scalmanate che lo hanno strattonato e preso a calci, fino al sopraggiungere di un dirigente che per completare lopera gli ha anche assestato un carpettata in testa.
La morale di questa brutta favola è evidente. LIndomita non sa perdere, cerca farneticanti scuse per giustificare le sconfitte e, a giudicare dalle frequenti squalifiche inflitte a dirigenti ed atlete, perde spesso il lume della ragione.
I tesserati del San Matteo, al contrario, non hanno mai subìto provvedimenti disciplinari.
Et de hoc satis, dicevano i latini. Adesso ne abbiamo davvero abbastanza, diciamo noi.
Asd San Matteo Messina