Reggini lontano da casa. Marrari: “La Viola può sognare, ma deve puntare forte sul settore giovanile”
Alessio Marrari, coach reggino lontano da casa(in tanti ricorderanno i trascorsi al fianco di Bebbo Modafferi) ma con la Viola nel cuore, analizza il momento magico della squadra neroarancio e fa il suo punto personale in Tv su Tiro da 4.
Cadeo, un allenatore umile e concreto: “Ho avuto la fortuna di conoscere coach Cadeo. L’ho trovato una persona molto interessante, prima di tutto per l’umiltà. Ho visto le partite e il modo in cui lavora, punta molto sui fondamentali tecnici, sul miglioramento individuale al servizio del gruppo. La vittoria arriva di riflesso, perché il singolo migliora e fa crescere la squadra”.
Un gruppo che può crescere ancora: “La Viola è composta da ragazzi giovani che possono ancora migliorare tanto. Se a questo aggiungi un atteggiamento positivo, la grinta, le “zone press” accennate di Cadeo, il risultato arriva. Stanno facendo benissimo”.
Il sogno della Serie A1: “Se la Viola lavora nell’ottica della crescita, come alla fine degli anni ’70 e inizio ’80, può creare qualcosa di stabile e coesistere con il business. Un colpo al cerchio e un colpo alla botte, e la Viola potrebbe ambire alla massima serie”.
Il dovere di investire sui giovani: “La Viola ha il dovere di far crescere i numeri del settore giovanile, di far crescere quelle magliettine neroarancio che scorrazzano per i campetti così come già sta facendo. Se il settore giovanile diventa un punto di riferimento, con la collaborazione di tutte le società, la Viola può essere il tassello fondamentale per creare qualcosa di importante”.
Reggio Calabria, una città fortunata: “Reggio Calabria ha una grande tradizione cestistica e competenze da parte di tutti. Se si riesce a collaborare, la Viola può essere il motore di una crescita capillare del movimento”.
Il ricordo dei grandi maestri: “Gaetano Gebbia è stato un punto di riferimento per me, mi ha sempre dato consigli preziosi. E poi Gianni Tripodi, Marco Falcomatà, Gianni Benedetto, Massimo Bianchi… Erano anni in cui funzionava tutto, c’era grande disponibilità da parte di tutti gli allenatori”.
I suoi idoli: “Se parliamo di cuore, il “baffo”, lo sceriffo Mark Campanaro. Se parliamo di “con chi giocherei a 3 contro 3″, Bianchi, Santoro, Avenia e Tolotti. Impareggiabili”.
Il primo allenamento alla Viola: “Era il 1980, allo Scientifico Vinci, con Marco Falcomatà come allenatore. Poi passai con Stefano Laganà, un altro grande allenatore, e poi Massimo Bianchi…”.
Il sogno per la Viola: “Salire di categoria, se ne avrà la fortuna. Ma soprattutto far crescere il settore giovanile. E poi riaprire il Pianeta Viola, un impianto incredibile che è un peccato vedere chiuso”.