Oliver:”Giovedì spero di essere alla partita”

 

 

L’appuntamento era già stato scritto grazie all’aiuto del simbolo della Bagnara cestistica:Giovanni Santucci.

Brian è in città ed ha già mostrato le sue performance nella sfida di Promozione contro i veterani dell’Olympic.

La sfida è stata vinta dai reggini ma, il buon Brian non aveva proprio capito che si stava giocando una vera partita di campionato.Credeva si trattasse di una semplice amichevole primaverile.In più ha aggiunto di non aver portato con se le scarpe da basketball: adesso che è a conoscenza di questo campetto, ritornerà sicuramente per provare i suoi movimenti.

 

Da Reggio Calabria a Bagnara Calabra con un unico scopo:Intervistare Brian Oliver.

I neofiti del mondo del basket, che non hanno avuto modo di apprezzarne le performance in campo ne apprezzeranno l’immensa spontaneità nella nostra intervista video.

Un autentico vulcano capace di parlare per ore per raccontare la sua vita ad Atlanta, città statunitense dove vive e lavora.

Ad Atlanta, Brian è un mito vivente nato dalla leggenda dei famosi e storici Letal Wheapon Three, terzetto di bombardieri del canestro formato proprio dal nostro protagonista, dal play ex New York Kenny Anderson e dal three pointer degli Orlando Magic di Shaq,Dennis Scott.

Oliver fa il commentatore sportivo televisivo.E’ conduttore di una rubrica dedicata proprio al basket.

Ci racconta che, il nostro incontro è stato posticipato per un giorno perchè, nel pomeriggio di lunedì, direttamente da Bagnara Calabria ha registrato il suo format televisivo con tanto di bandiera della Nazionale Italiana alle spalle.

Accanto a questa passione Brian Oliver svolge la mansione di Project Manager presso una azienda per mettere in pratica i suoi studi universitari.

 

Reggio Calabria è rimasta nel cuore del nostro protagonista così come Bagnara Calabra, città natale di sua moglie.

Brian,infatti,è sposato ed ha una splendida bambina di due anni e mezzo.Ha giocato tanto e in vari posti della penisola.Ha militato anche a Messina e Capo D’Orlando dove giocava con un giovanissimo Marco Caprari.

Una cosa è certa: la Viola è rimasta nel suo cuore.

Brian Oliver accanto a Gaetano Gebbia per un pomeriggio.Il Coach non poteva perdere l’occasione di riabbracciare uno dei suoi grandissimi giocatori in nero-arancio.Un duo che ha scritto pagine indimenticabili della storia del sodalizio nero-arancio. Ricordi di successi e di un basket di massima serie, super competitivo ed appassionante.

Il nostro protagonista è “stra-felice” di riabbracciare il suo coach e sottolinea:”Se ho giocato a Reggio così bene, se sono diventato la persona che sono, lo devo solamente a lui”.

 

Emozionato e sorridente il Coach Gaetano Gebbia:l’allenatore ha portato con se due ricordi bellissimi ricordi in Dvd da regalare a Brian, giocatore del quale aveva totalmente perso le tracce.

I due protagonisti erano emozionati nel ritrovarsi e nel poter condividere dopo tanti anni delle pagine cestistiche da film.Dialoghi che trasudavano di basket al 100%, finestre sul passato e sull’attuale futuro condividendo parole che emozionavano più della migliore rivista patinata della palla a spicchi.

Oliver è ancora un terremoto vivente: ricorda tutti.Nomi, impianti, allenatori,aneddoti ricordi.

“Non potrò mai dimenticare quando ho giocato per la prima volta contro la Viola con la maglia della Polti Cantù.Sono stato accolto alla grande, baciai il parquet del Palapentimele per ringraziare tutta la vostra gente”.

La speranza è di vederlo giovedì sera al PalaBotteghelle per una sicura standing ovation meritatissima.

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