NOTA UFFICIALE BASKET ALAN SUI FATTI DEL PALALUMAKA
Riceviamo e pubblichiamo la fortissima nota del sodalizio giovanile gioiese sui fatti accaduti durante e dopo la finalissima giocata al Palalumaka. La nostra Testata giornalistica, pur non essendo stata presente alla sfida, rende noto di essere a disposizioni delle Istituzioni Sportive citate nella seguente, per eventuali repliche.
LA NOTA
L’Alan Basket Gioia Tauro esprime. con profonda amarezza, tutta la sua contarietà agli accadimenti avvenuti in data 19 maggio, presso il Palasport “palaLumaka”, in relazione alla finale regionale del campionato FIP Under 14.
Lo fa perchè, a volte, prendere delle posizioni è necessario, indifferibile ed urgente.
Posto che i fatti sono ben evidenziati dalla telecronaca e dal video della emittente “Video Touring”, chiamata dalla Federazione medesima a raccontare un evento di così alto spessore per il basket giovanile calabrese, riteniamo tuttavia che sia doveroso evidenziare almeno alcune situazioni di indubbia irregolarità:
1) presenza, durante la tentata realizzazione del tiro libero di un nostro giocatore, sotto il tabellone (quindi ben oltre la c.d. area tecnica) dell’allenatore della squadra avversaria: presenza che non è giustificabile, di cui gli arbitri si accorgono, senza sanzionare l’accaduto e, soprattutto, senza far ripetere il tiro libero al nostro giocatore, configurando così un errore tecnico, gestionale e di procedura che pesa ancora di più visto il risultato finale, 68-67 per i nostri avversari;
2) evidente fallo non sanzionato da parte di un giocatore avversario, attuato con la legittima intenzione di fermare il cronometro essendo in svantaggio, attribuendo una palla persa alla nostra squadra e dando il via al recupero della squdra avversaria. Tale episodio, che perfino un non addetto ai lavori giudicherebbe come fallo di contatto, data la teatrale platealità della cosa, è stato etichettato dal telecronista come “furbata” del giocatore della Lumaka. In una partita Under14!
3) fallo tecnico alla nostra panchina per proteste, tecnicamente legittimo anche se figlio di valutazione discrezionale, certamente illegittimo ove si consideri la condotta tutta della partita, da parte della panchina avversaria, non sanzionata per esempio, come da regolamento, nel punto 1). Peraltro il nostro dirigente al tavolo, nell’occasione, muoveva la sedia con stizza e rabbia per una decisione sfavorevole, la stessa identica stizza con cui un accompagnatore degli avversari gettava, nel corso della partita, degli occhiali in campo. Se ne evidenzia la difformitá di trattamento ricevuto, restituzione deferente degli occhiali nel primo caso, tecnico nel nostro caso.
Più in generale, si manifesta una condotta incerta e fortemente condizionata del duo arbitrale, signori Prestia e Caputo, confermandone la totale inidoneità a gestire la gara, specialmente nei minuti facili. Siamo abituati a giocare le finali, nei campionati Under, sappiamo bene, forse meglio di altri, che si vince e si perde. L’anno scorso vincemmo una partita con una tripla allo scadere, poi ne perdemmo un’altra per merito dei bravi avversari. Quest’anno ne abbiamo persa ancora una, sempre per merito dei bravi avversari.
Abbiamo applaudito, dato la mano, tributato i giusti onori a chi ci ha battuto SUL CAMPO. Oggi no, non possiamo farlo, e abbiamo il dovere di spiegare perchè: non accettiamo da nessuno lezioni di sportività, di educazione sportiva e, men che meno, di educazione sociale. Ci lavoriamo da una marea di anni coi ragazzi, sappiamo noi e loro cosa gli insegniamo. Non dobbiamo fornire nessuna patente, l’entusiasmo dei nostri ragazzi, la nostra maschia competitività a tutti i livelli di basket regionale, parlano per noi. La misura però, a volte, si colma.
Allora bisogna mandare dei segnali: il primo è stato quello di non volere il Presidente Fip nella foto con i nostri ragazzi: non è una mancanza di rispetto personale a Paolo Surace, ma è un distinguo chiaro a livello Istituzionale.
Cosa sarebbe la FIP Calabria giovanile senza l’Alan? Certamente i campionati si farebbero comunque, ma noi riteniamo che non sarebbe la stessa cosa. Abbiamo ancora delle finals da giocare, in Under19 (del quale, e siamo fine mese, ancora sappiamo quasi nulla sul dove e sul con chi), in Under13. Chiediamo rispetto per il nostro lavoro, rispetto per i nostri ragazzi, che sono ragazzi uguali ed identici ai giovani Lumaka, o Vis, o Viola, o chiunque vogliate voi. Valuteremo, in totale autonomia, e con la stessa saggezza e discrezione degli arbitri della finale Under 14, finale in cui non ci riconosciamo sconfitti, se sarà il caso di continuare con l’attività giovanile.
A partire dalle finali prossime.