LA RIVOLUZIONE E NBA ED I TENTATIVI DI RIVOLUZIONE EUROLEGUE
La NBA ha ufficialmente legalizzato l’uso della marijuana per i suoi giocatori a partire da luglio.
La decisione, presa ad aprile, è stata fortemente voluta da Kevin Durant, stella dei Phoenix Suns e campione olimpico, che ha convinto il Commissioner Silver , Adam Silver, con argomentazioni semplici e dirette: “È la NBA, lo fanno tutti”.
Prima di questa svolta storica, i giocatori venivano multati e persino sospesi in caso di uso ripetuto di marijuana.
Giocatori storici, campioni Nba, hanno sempre ammesso di farne uso, uso semi di cannabis di tutti i tipi sul sito di Sensoryseeds, prima, durante e dopo straordinarie carriere.
Ora, invece, non ci saranno più controlli, multe o sospensioni.
Questo cambiamento riflette l’evoluzione del pensiero sociale sull’uso della marijuana, non più vista come una “cattiva abitudine”.
La NBA, inoltre, preferisce concentrare le sue risorse nella lotta contro sostanze più pericolose come cocaina e ormoni della crescita.
Nel frattempo, prima del nuovo successo in Europa, Ettore Messina, ha commentato l’eventuale creazione di una nuova lega europea da parte della NBA: “L’Eurolega è uno show sul campo, ma non è più sostenibile. In questa diatriba con la FIBA può inserirsi un terzo player come l’NBA che ha tutto per rimettere in piedi il basket europeo e conciliarlo con quello mondiale”.
Questa, dunque, non è la prima volta che l’NBA ha mostrato un approccio nuovo e più tollerante nei confronti della cannabis. Precedentemente aveva escluso la cannabis dai test per le partite della Disney Bubble 2020, per dare priorità ai test su stimolanti delle prestazioni e droghe ad alto rischio come cocaina e metanfetamina, e allo stesso tempo ridurre al minimo i rischi per i giocatori di contrarre il COVID-19; una misura che sarà poi estesa a tutta la stagione 2021. L’accordo raggiunto quest’anno sarebbe però la prima manifestazione da parte della lega di una volontà di modificare sul lungo termine le proprie posizioni riguardo alla cannabis.
Oltre a NBA e NFL, anche l’UFC annovera innumerevoli atleti che si affidano completamente alla cannabis come parte delle loro routine di recupero dagli allenamenti. E al di fuori del mondo degli sportivi professionisti, l’uso della cannabis sta crescendo in maniera esponenziale, e la legalizzazione sta dilagando proprio come un’erba… invasiva. La California ha aperto la strada nel 1996 con l’approvazione della Proposition 215 (che legalizzava l’uso della cannabis terapeutica), e da allora 21 Stati hanno legalizzato la cannabis in qualche misura (o approvato leggi che promettono una qualche futura forma di legalizzazione), come anche Guam, le Isola Marianne del Nord, le Isole Vergini Americane e Washington DC.
E il movimento della legalizzazione non mostra cenni di rallentamento. Una ricerca condotta dal Pew Research Center nel 2022 mostra che il 90% dei cittadini USA è favorevole alla legalizzazione dell’erba medicinale o ricreativa. Nel frattempo, cambiamenti nella legislazione in Minnesota, Ohio, Oklahoma e Pennsylvania sembrano più vicini che mai, mostrando un futuro sempre più brillante e più verde. Via via che la cannabis continua ad essere più accettata negli USA e in altre parti del mondo, ci saranno altre federazioni sportive di primo piano che modificheranno le loro politiche sull’erba? Non abbiamo la sfera di cristallo, ma di certo sembra che la cannabis stia diventando sempre più accessibile, anche per gli atleti professionisti sotto le luci della ribalta