LA CRESCITA ESPONENZIALE,ANCHE IN A1, DI AJ PACHER
Onore al merito all’ultimo americano della Viola in A2 che si sta facendo valere nella massima serie del basket italiano(dove si sta affermando anche il suo ex compagno di squadra Rossato con la neopromossa Scafati) con la canotta del Trieste.Leggete qui
Fonte: www.cinquealto.com
La Pallacanestro Trieste sta crescendo e con la crescita esponenziale vede salire il rendimento e le quotazioni di Andrew Joseph Pacher, lungo americano con tanta militanza in seconda serie (italiana). Le cifre da novizio per la massima serie in questo primo scorcio di campionato sono già ragguardevoli: 10.1 punti a partita, col 50% da due punti, il 38 da tre e il rimarchevole 92% dalla lunetta (23/25), il tutto condito da 6.6 rimbalzi e 1.3 assist. Ma quello che è evidente è la presenza sul parquet, il peso specifico all’interno del gruppo e nello scacchiere tattico di coach Legovich. Se le statistiche non dicono tutto, esplicitano un innalzamento qualitativo del prodotto cestistico, peraltro coincidente con i risultati della squadra. Nella prime 4 complesse ma infauste uscite stagionali (figlie anche di un calendario tosto ndr.) A.J. Pacher ha confezionato questi numeri: 8.5 punti per partita, mantenendo una precisione al tiro da due punti (53.3%), tirando male dall’arco (28.5%), catturando 5.5 rimbalzi. Nelle successive 5 di campionato, la Pallacanestro Trieste si scuote vincendo 3 partite (di cui 2 in trasferta ndr.) e perdendo una con Brescia ai supplementari, comandando per buona parte del match. Nella cinquina, l’americano porta in dote: 11.4 punti ad allacciata di scarpe con il 48.2% da due punti, il 42.8% da tre punti, il 100% ai tiri liberi (11/11), con 7.4 rimbalzi, 2 assist e 1 stoppata. Quello che non scrivono i numeri, o non dicono fino in fondo, è il coinvolgimento del giocatore nell’organizzazione offensiva; lo staff tecnico ha imposto più intraprendenza ed ha ottenuto i dividendi, ha chiesto durezza mentale ma soprattutto fisica per una categoria che necessita un approccio non morbido. A.J. Pacher, assieme a Giovanni Vildera ed ora ad Alessandro Lever, sono stati la soluzione migliore per coprire una falla sotto canestro rappresentata da Skylar Spencer. C’è di più, agli attenti osservatori avranno visto una straordinaria applicazione difensiva, fatta di intelligenza cestistica sugli aiuti ai compagni, con timing perfetto nelle chiusure e nell’ interdizione a canestro, e un utilizzo del fisico più adeguato, più “sporco”. Alle prime improvvide esternazioni degli “orfani” di Andrejs Grazulis, ha fatto seguito un lento ma deciso convincimento verso il nuovo arrivato, con punte di esaltazione come nell’ultima vincente trasferta al PalaBigi di Reggio Emilia (16 punti, 9 rimbalzi e 10/10 ai tiri liberi). La sensazione è che in questo percorso di crescita ci sia stata una continua comunicazione con lo staff tecnico, ma soprattutto un certosino lavoro dell’atleta che, da ragazzo intelligente, ha letto benissimo quali fossero i cambiamenti da mettere in atto per competere ad alto livello. Più la Pallacanestro Trieste troverà certezze nel suo cammino, più la strada verso la salvezza sarà in discesa.
Raffaele Baldini