IL PIANETA VIOLA INTRAVEDE LA LUCE
Le carte non mentono: i soldi sono stati stanziati, dopo tante peripezie si può procedere verso l’affidamento dei lavori (pari ad un milione e mezzo di euro). Autentici ladri specializzati hanno fatto lievitare enormemente i costi di restyling ed i tempi di riconsegna.
Che sarebbe potuto essere un iter duro e complicato, probabilmente, lo si sapeva già.
La notizia, che potete tranquillamente reperire sull’Albo On Line della Città Metropolitana di Reggio Calabria 2632_102122753 (qui per consultarlo), però, apre uno spiraglio di positività ad una lunga e complicata vicenda.
E’ necessario, però, riassumere in chiave sintetica gli accadimenti che riguardano un autentico gioiello del basket italiano, il Pianeta Viola, ammirato da tutti gli sportivi del basket italiano, una casa per generazioni e generazioni di cestisti dai novanta del vecchio millennio ad oggi.
Male ha fatto, a nostro avviso, la Fip Nazionale a non prenderlo in gestione, idem, altre federazioni sportive.
E’ troppo riduttivo e puerile passare dalla struttura, attualmente non in uso, ed esclamare: “E’ chiusa, che vergogna”.
Probabilmente per analizzare il tutto occorre raccontare la storia passo dopo passo.
La struttura fu creata agli inizi degli anni ’90 grazie all’intuizione dell’Ingegnere Scambia, Presidente e motore della grande Viola che sognava nel basket italiano ed europeo.
Il Pianeta Viola, dedicato alla Memoria di Massimo Mazzetto e Paolo Fulco è stato successivamente salvato dalla Provincia di Reggio Calabria che si accollò il finanziamento del Credito Sportivo dell’epoca in seguito alle notorie, ancora oggi interrogative e penalizzanti vicende della prima e grande Cestistica Piero Viola.
Successivamente, però, la struttura ha vissuto un lunghissimo ed inspiegabile periodo di gestioni che non furono mai chiarite o regolarizzate a pieno.
Il 20 agosto 2019 l’Ente proprietario ha ripreso la gestione completa della struttura ma, dopo aver effettuato i primi interventi di pulizia generale, in pieno clima pandemico, ha dovuto subire “interventi”, già denunciati alle autorità competenti di autentici ladri specializzati che ne hanno quintuplicato i costi di ammodernamento e messa a norma.
Non è bastata la vigilanza degli organismi preposti per una location, ad oggi controllata, come si può leggere sul sito dell’Ente H24 con telecamere e servizio di telecontrollo per evitare altri “soprusi”.
I costi (un milione e mezzo di euro) per rimettere a nuovo, un autentico gioiello del basket italiano sono altissimi proprio a causa dei danni procurati da terzi, da cittadini che non vogliono il bene dello sport e del nostro territorio.
Come si può evincere dall’allegato la gara può procedere verso l’affidamento per l’inizio dei lavori.2632_102122753
Un passo basilare che lascia intravedere una luce in fondo al tunnel che darebbe nuova linfa allo sport, ed al basket cittadino, regionale e nazionale.