GiovaniliSliderVarie

IL DOC DELLA NAZIONALE E’ CALABRESE, PARLA LORENZO MORRA

Lontani ma belli, i ricordi delle convocazioni azzurre riguardanti i calabresi.

Oggi, in Nazionale, e non è la prima volta, c’è una bella eccellenza di Calabria.

In tanti lo ricordano in campo, da point guard, dalla sua Cosenza al Catanzaro, dalla Smaf al Pollino.

Oggi, Lorenzo Morra, è un medico quotatissimo, appassionato e valente.

Sta disputando l’Europeo Under 18

Dalla Professione alla Nazionale più volte. Come sei arrivato in Azzurro e quante e quali esperienze hai fatto finora?

Approdare in maglia azzurra per me è stato qualcosa di indescrivibile. L’ho sempre sognato da bambino quando indossavo altre vesti, ma avevo subito compreso che sarebbe stato difficile. Qualche anno dopo ho avuto l’opportunità di riprovarci da medico, e due anni fa per la prima volta ho potuto seguire la nazionale 3×3. L’anno seguente ho avuto il piacere di incontrare un maestro della pallacanestro, Andrea Capobianco, con cui ho partecipato al raduno della nazionale under 18 (i classe 2005) e da quel momento mi è stata assegnata questa nazionale, che ho l’onore di seguire nelle competizioni internazionali”.

Come sta il basket nella tua Cosenza,a tuo avviso?

Vivendo a Roma da quasi 15 anni, non conosco bene l’attuale panorama cestistico cosentino, se non dai contenuti pubblicati su Rac. Conosco però persone che amano la pallacanestro, come Francesco Scarlato e Manu Gallo. Quest ultimo, a mio avviso, ha fatto, e spero continui a fare, un ottimo lavoro con i 2008-2009. Purtroppo, però, in Calabria esiste un serio problema di carenze infrastrutturali. Sotto questo punto di vista ci sarebbe tanto da lavorare. Una cosa che ritornerei a fare è andare a cercare i ragazzi nelle scuole, per fargli conoscere e amare la pallacanestro sin da piccoli”.

Quanto ti manca la pallacanestro giocata, e quali sono i tuoi ricordi più belli di quegli anni?

Ho giocato a Roma, in promozione, fino a due anni fa. Purtroppo, dopo una brutta frattura di tibia e perone ho deciso di smettere con l’attività agonistica. Sicuramente gli anni di cui conservo il ricordo piu bello sono quelli trascorsi giocando nelle giovanili del CAB, con il mio amico Niccolò Guzzo, oppure l’anno della serie C a Castrovillari. Erano probabilmente anni diversi per il basket calabrese, che riusciva a formare giocatori di alto livello come Marco Laganò, Kenneth o Andrea Scuderi. Anni bellissimi …

Sei reduce dagli Europei Under 18. Com’è andata?

Questo europeo è stato molto complicato. La fortuna è aver vissuto questi 35 giorni con uno staff composto da gente che mastica pallacanestro di altissimo livello da sempre. L’head coach è Marco Sodini, il cui spessore umano è enorme; relazionarsi con lui è sempre stimolante. Siamo in gara per il nono posto In squadra abbiamo giocatori talentuosi, e forse meritavamo qualcosa in più. Però la pallacanestro è anche questa…”

Cosa consigli ai giovani d’oggi?

Sicuramente gli consiglierei di studiare e, se amano la pallacanestro, di allenarsi ogni giorno. Dovremmo ritornare ad essere un po’ più maniaci sui fondamentali. Oggi si bada troppo all’aspetto tattico e, a mio avviso, lo si fa quando i ragazzi sono ancora troppo giovani. Altra cosa che consiglio vivamente ai giovani è quello di rivedere il loro rapporto con la tecnologia e i social network. Su questo sono un po’ conservativo”.

Show Buttons
Hide Buttons