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GLORIA DELLA NAZIONALE, PASSATO ANCHE DA REGGIO, OGGI RIPARA BICICLETTE

Max Ruggeri :Un giocatore super che, visse la sua ultima esperienza Cestistica alla Viola, nella stagione di B con Coach Fantozzi alla guida, la finalissima contro l’Orlandina, ed i vari Degregori,Dalfini,Lorenzetti,Zampogna,ecc in campo.Oggi è il suo compleanno.

Ruggeri crebbe nella squadra della sua città, il Basket Rimini, con cui vinse un titolo juniores al fianco, tra gli altri, di Carlton Myers, Franco Ferroni e Renzo Semprini. Il suo debutto in prima squadra si concretizzò nel corso della stagione 1988-1989, durante la quale collezionò la prima presenza in Serie A2. Due anni più tardi, con i biancorossi retrocessi in B1, fece parte della rosa che centrò un’immediata risalita in A2. L’anno seguente Rimini ottenne la seconda promozione nel giro di due anni tornando in Serie A1: Ruggeri poté dunque disputare la sua prima annata nella massima serie, conclusa a livello personale con 11,6 punti in 23,9 minuti di media ma con la retrocessione dei biancorossi in A2. Le sue medie e il suo minutaggio continuarono a salire anche nelle due annate seguenti, visto che nel 1993-1994 viaggiò a 13,8 punti in 28,2 minuti a partita, mentre nel 1994-1995 realizzò 14,2 punti in 31,5 minuti di utilizzo medio.
Le sue prestazioni attirarono l’attenzione della Fortitudo Bologna, che lo acquistò a titolo definitivo nella stessa estate in cui la dirigenza felsinea comprò anche Carlton Myers. Al suo primo anno in biancoblu, Ruggeri collezionò 6,2 punti in 18,4 minuti di media. Nell’annata seguente i punti di media furono 3,9 e i minuti 11,1.

 

Nel luglio del 1997 passò per un anno all’Olimpia Milano come parziale contropartita tecnica nell’operazione di mercato che portò in Emilia Gregor Fučka. Le statistiche milanesi di Ruggeri furono di 6,3 punti in 16,7 minuti a gara.
In vista della stagione 1998-1999, Ruggeri tornò a vestire la canotta del Basket Rimini con la formula della cessione temporanea del contratto. Con il rientro a Rimini, Ruggeri tornò ad avere un minutaggio superiore ai 20 minuti a partita (23,4), durante i quali segnò 8,8 punti di media. La squadra si qualificò per i quarti di finale dei play-off scudetto.
Dopo i due anni trascorsi altrove, nell’estate del 1999 la Fortitudo decise di mantenere in rosa Ruggeri senza mandarlo in prestito. Egli partecipò così alla conquista del primo scudetto della storia fortitudina, con un apporto personale di 2,9 punti in 7,2 minuti nelle 15 presenze effettive da lui collezionate, a fronte di 24 apparizioni a referto. Rimase in biancoblu anche per il campionato 2000-2001, nel quale migliorò leggermente le statistiche rispetto all’anno precedente.
Il suo secondo biennio bolognese fu l’ultimo da lui trascorso in Serie A1. Nell’estate del 2001 infatti ritornò nuovamente a Rimini, squadra che era appena retrocessa in Legadue e che aveva appena assunto la denominazione di Crabs. Qui salta le prime undici giornate per un infortunio. Da inizio dicembre alla fine del campionato disputò 26 partite a 9,8 punti di media in 25 minuti di gioco a gara. Essa fu di fatto la sua ultima stagione nella squadra della sua città natale.
Successivamente trascorse un’annata a Reggio Emilia, sempre in Legadue. Giocò titolare in ogni partita, ovvero le 32 di regular season (dove viaggiò a 10,6 punti) più le 5 dei quarti di finale play-off che videro i reggiani uscire ai quarti di finale contro Jesi.
Nel luglio del 2003 si trasferì a titolo definitivo alla Sutor Montegranaro, scendendo così a giocare nella terza serie nazionale. La stagione della formazione gialloblu si concluse con la finale play-off vinta contro la NSB Rieti e con la conseguente promozione in Legadue. Ruggeri iniziò la Legadue 2004-2005 con i marchigiani partendo perlopiù dalla panchina, poi nel gennaio del 2005 scese ancora in Serie B d’Eccellenza con il passaggio all’AB Latina. Il campionato 2006-2007 lo giocò in quarta serie con la canotta del Gandino Bologna, spostandosi di pochi chilometri un anno più tardi con il passaggio ad Anzola, ancora in B2. Fece poi un’ultima parentesi in terza serie con l’ingaggio da parte della Potenza 84, mentre due anni più tardi firmò con la Viola Reggio Calabria in B2.

 

DA IL PONTE https://www.ilponte.com/la-mia-nuova-vita-a-due-ruote/

Come ricorda lo stesso Massimo Ruggeri, ne è passato del tempo dalla prima chiacchierata che facemmo circa venticinque anni fa. “Ricordo che avevo 15, 16 anni quando rilasciai a il Ponte la mia prima intervista da giocatore di basket”.
Erano anche i tempi in cui Massimo si divertiva a schiacciare nei canestri del campetto parrocchiale di San Nicolò. Come era facilmente intuibile, quel ragazzino filiforme aveva tutto per diventare un campione di basket. E così è stato. La sua carriera, partita dal settore giovanile del Basket Rimini, vincendo, con Semprini, Ferroni e Myers, scudetti giovanili a ripetizione, si è poi dipanata con la Fortitudo Bologna, dal 1995 al 1997, e poi dal 1999 al 2001, anno in cui, con il club bolognese, ha vinto lo scudetto. In mezzo le stagioni con l’Olimpia Milano e i due ritorni a Rimini: il primo nel 1998-1999, il secondo nel 2001-2002 questa volta in Legadue. Massimo ha poi giocato con Reggiana, Montegranaro, Latina, Gandino Bologna, Anzola, Potenza e lo scorso anno la chiusura con Reggio Calabria. In mezzo anche 23 presenze con la Nazionale Italiana. Una carriera lunga e prestigiosa.
“L’unico rammarico è stato quello di dover smettere a causa di un serio infortunio al ginocchio. Sono stato operato due volte. A guarigione avvenuta ho avuto delle offerte dal bolognese, ma non essendo completamente a posto fisicamente ho preferito attaccare la canotta al classico chiodo”.

Se oggi volete vedere “Ruggio” basta fare un salto al civico 12 di via dei Mille: c’è un’officina di riparazione biciclette. Lui è lì al banco alle prese con raggi, freni e tubolari.
“Quando ho smesso non sapevo cosa fare, nel senso che l’inserimento nel mondo del lavoro per un 40enne senza esperienza è molto difficile. Valutando il tutto ho capito che l’officina era la situazione ideale, così prima ho provato, poi sono andato avanti”.
L’officina dei Ruggeri ha una lunga tradizione.
“Ha iniziato mio nonno Ruggero, artigiano a tutto tondo. La sua eccezionale manualità lo portava a riparare anche le biciclette. Dopo di lui c’è stato lo zio Pierino, poi suo fratello Giovanni, che è anche il mio babbo, meccanico di motori, e adesso ci sono io a continuare la tradizione”.
È un lavoro che dà molta soddisfazione?
“Certamente, come tutti i lavori artigianali si fa molto affidamento sulla manualità e l’ingegno. Poi sei a contatto con la gente, un rapporto che gratifica sempre”.
A proposito di rapporto, qual è quello attuale con il basket?
“Ho avuto delle richieste per giocare a livello amatoriale, ma ancora non mi sento pronto, nemmeno per giocare una partitella con mio fratello Ruggero e i nostri amici. Come allenatore mi sarebbe piaciuto seguire i piccolini, ma ora come ora non ho tempo. Oltre al lavoro devo dedicarmi alla famiglia, a mia moglie Genny, che tra l’altro ha una sua attività, e ai miei figli: Mattia di 3 anni e 8 mesi ed Elia di appena 8 mesi”.
Dei tuoi compagni del passato, passa qualcuno dall’officina per una rimpatriata?
“Passa Carlton Myers, da solo e con suo padre, i Benzi, il padre di Bibo Fontana e un paio di giornalisti che sono anche miei clienti”.

Beppe Autuori

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