EMOZIONARSI PER CAMPANARO
Il Podcast da Next su Rac Live di Giovanni Mafrici – con l’autore dell’intervista al mito nero-arancio, il Responsabile della Comunicazione della Pallacanestro Viola, Francesco Creazzo.
Un mito da ascoltare e riascoltare.
Una narrazione che vorremmo, non finisse mai.
La Pallacanestro Viola ha presentato la linea di gadget “Viola’s Legends”, mandando in scena le magliette, con grafiche d’autore(ottimo lavoro di Evermind, rappresentata da Francesco Biacca e dall’autore Giuseppe Talarico) che raffigurano per gli anni 80,90 200, Mark Campanaro,Alexander Volkov e Manu Ginobili con tanto di maglie, poster e non solo presenti sul sito ufficiale del Club.
“Io sto benissimo. Sono in pensione, faccio quasi niente, Golf ed un po di vacanze.
In California ? Fa caldo. E’ Sud California. Il clima è molto simile alla Calabria”.
Disinvolto, rilassato e sempre, straordinario così come visto nelle precedenti interviste.
Ai microfoni della Pallacanestro Viola, del capo ufficio Stampa Francesco Creazzo, Mark è splendido:”Sono stati gli anni più belli per me in Italia. A Reggio ho conosciuto Massimo Bianchi,Kim Hughes, Cacco Benvenuti.Kim Hughes, è più leggenda di me.
I calabresi sono sempre stati con le braccia aperte. Ho ancora amici li. Nel 2019 sono stato a Reggio 5-6 con Natty Costantino,Max e Kim.
Voglio tornare perché Reggio Calabria è sempre nel mio cuore, siete proprio come voi: entusiasti!
Mi dispiace che non c’è una squadra adesso (di alti livelli)ma quello che sta facendo la Pallacanestro Viola è qualcosa di speciale.
Cose del genere non accadono in nessun altro posto in Italia.
Mark a Reggio? Ho detto a Natty che tornerò e tornerà a casa sua. Ho tanti amici, Francesco Sarino, Mimmo, Gianni Foti, Daniela De Blasio, ci sono persone squisite, tutte calabresi.
E’ un posto unico del mondo. E’ un gioiello nascosto nel mondo.
Senza tifosi, senza lo spirito del pubblico non puoi far nulla. Metti una società? Non basta. Se la società non ha le fondamenta forte non si può andare avanti Spero che torni il grande basket a Reggio perché lo sport per i reggini è un qualcosa di sacro.
Quella Viola? Gli anni più belli. Il pubblico ha accettato la mia personalità che non è mai stata facile, idem Benvenuti, idem il Giudice Viola.
Io ero li per fare il bene della squadra. Si, la mia vita non era regolare(come dicono), però, come squadra e come giocatore mi hanno sempre accettato.
Siamo andati sempre avanti con una squadra tosta con Kim Hughes, Cj Kupec. La società sbagliò fortemente nel non confermare Kupec.
I reggini sono gente speciale e supportano finché si vince. Se perdi…sicuramente no.
I tifosi sono tutto.
Ci sono reggini come Lucio Laganà. Lui era bravissimo, mi marcava ogni giorno e la società non ha sfruttato a pieno il suo talento.
Io, Max, Kim siamo diventati reggini? Non solo noi, anche Valentino Battisti. Chi passa da Reggio diventa reggino.
Il tifoso reggino è passionale, vuole dire quello che pensa, una sorta di allenatore-tifoso. Eravamo diventati una cosa sola, una famiglia.
Prima della partita si sentiva un “casino” dagli spogliatoi: mi dispiace per le altre squadre che venivano al Botteghelle.
Lo scontro con Marco Bonamico? Succede, a quei tempi ilgioco era duro, quasi cattivo, molto diverso. Marco era un po cattivo. Io sono un suo amico, ma quando prendi la botta devi ridare la botta.
Dopo la partita, i giocatori di quei tempi non portavano odio, dopo la partita eravamo insieme a prendere una birra.
Donato Avenia si complimenta per il mio italiano? Io parlo “Campanarese”.
Il caso Fiba di mio figlio? La mafia non esiste solo in Calabria. Le situazioni devono essere uguali per tutti e non è stato così.
Reggio per me è la mia seconda città New Port Beach è la prima poi viene Reggio. La gente è stata sempre gentilissima con me e mi ha accettato sempre.
Il mio carattere è quello che è e mi hanno sempre accettato.
Gli scherzi? Kim Hughes che fa tutto il “Pulitino”, è l’autore di tutto, è terribile. Il primo anno di Kim a Brindisi, sul pullman, con Cj. Erano tutti addormentati. Kim mentre tutti dormivano ha invertito le chiavi di casa di tutti i compagni di squadra.
Tito? Figliolooooo… Tito Messineo deve scusarmil’ho fatto impazzire.Il Dottore Calafiore, Pasquale Famano, Nuccio, Franco Calafiore.Persone meravigliose che ho fatto uscire pazzi. Ma erano sempre li per me. Un pezzo del mio cuore.
Quando volete sono qui.”