E’ Kobe-Mania, perchè non cavalcare l’onda?

 

 

Il basket in generale, sia chiaro.

In breve: ha fatto più notizia la venuta di Kobe Bryant in Italia che l’intero campionato Italiano del basket degli ultimi tre anni “messo insieme”. Un’eco straordinario frutto dell’intervento dei media e degli sponsor a supporto dell’asso della Nba.

La venuta di Bryant è simile a quella di Michael Jordan, con la differenza che l’asso dei Lakers è ancora in attività ed ha l’Italia nel cuore sfoggiando un “italiano” da urlo frutto delle sue splendide esperienze da bambino a Reggio Calabria, Rieti e Reggio Emilia, città che si contendono il ruolo di “patria italiana” del giovane Kobe.

Tiene banco, ancora per qualche giorno l’affare “Kobe-Virtus” tra “rumors”, esaltazione generale, dichiarazioni dei pro ed anche dei contro (vedi Daniel Hackett e Cecco Vescovi).

Le “strumentalizzazioni”, gratuite o meno, non sono mancate.

Ma, a dirla tutta, “basta che se ne parli…”

Con le dovute proporzioni ci sembra di rivere la magica-tragica estate del 2001: dieci anni fa il Presidente della Viola, Mimmo Barbaro, decise di vincere il campionato ingaggiando Myers, trattando Arvydas Sabonis (il 46 enne ex Portland ha avuto una crisi cardiaca nei giorni scorsi) con Recalcati come coach ed un arsenale come squadra (in trattativa c’era anche Pozzecco) prima di sparire tra lo stupore generale ed i titoloni delle più grandi testate nazionali.

Da Reggio Calabria, umile piazza dalla grande tradizione cestistica che ha visto muovere i primi passi al mitico figlio di Jellybean, sono arrivati tanti “feed-back” positivi e tanta visibilità. Gli “Stake-holders” in copertina sono  i seguenti:

Rocco Romeo, primo allenatore di Kobe in Italia è al settimo cielo e sogna di incontrare nuovamente il suo “allievo” più famoso. Non vogliamo neanche immaginare la faccia di coach Rocco quando Kobe, nell’intervista di Gazzetta.it, ha parlato dei suoi primi passi e dei fondamentali, imparati essenzialmente in Italia;

Valerio Costa della Nuova Jolly segue le sue giocate, corona il sogno di foto e video con il suo idolo (accanto alla zia Romana, al fratello Riccardo ed alla cugina Roberta) lavorando con umiltà verso un futuro legato al basket;

Gianni Rugolo e Daniele Saccà, giocatori ancora inspiegabilmente senza contratto, rivivono emozioni da “ventenni” quando da recordman dei tre contro tre sbaragliavano ogni tipo di concorrenza abbracciando sempre a Milano, l’asso dei Bulls, Scottie Pippen. Rugolo è stato eletto Mvp proprio da Kobe ed ha strappato Coppe e Trofei a go go vincendo il tre contro tre della Nike proprio in compagnia dell’amico di sempre Saccà, del campano ex Audax, Paolo Grassitelli, e dell’asso dei Da Move, Kader Kam;

Gaetano De Blasio di Palizzi del gruppo Rcs-Gazzetta dello Sport, reggino con trascorsi giovanili cestistici al Villa San Giovanni apparso nel “cliccatissimo” video proprio dietro al Black Mamba;

il giovane di Castrovillari, Luca Teodoro Gazineo, ragazzo volato alla Stella Azzurra per crescere, anche lui in campo accanto a Kobe.

 

Kobe nel campionato italiano?

Noi diciamo di si.

Qualche impolverato burocrate non ha ancora capito che per far decollare questo sport c’è bisogno di visibilità.

Chi non vuole visibilità vuol dire che è rimasto all’età della pietra o ha qualche cosa da nascondere.

Kobe nel campionato italiano? Non si parlerebbe d’altro.

Kobe lontano dal campionato tricolore? Una sconfitta per tutti.

 

Se la metà delle luci viste in questi giorni per l’asso dei Los Angeles diventassero, come per magia, i riflettori del campionato Italiano, reduce dall’ennesima sconfitta morale e burocratica (l’ammissione al campionato di Venezia) si volerebbe alto. Quanti ragazzini si avvicinerebbero al basket? Quanta gente “disamorata” ritornerebbe nei palasport di tutta Italia, per interesse e curiosità? Tanta, assolutamente tanta, alla faccia di una Federazione sempre più “confusionaria” e di regole ostruzionistiche che ci vengono presentate anno dopo anno.

Giovanni Mafrici

Reggioacanestro.com


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