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CASO MASTRIA:LE RIFLESSIONI DI COACH DI MARTINO

Gara tre tra Svincolati Milazzo e Mastria Catanzaro di PlayOff sarebbe finita da qualche minuto.L’allenatore della Mastria ha atteso al fine di questa virtuale partita per esprimere le sue opinioni che pubblichiamo:

“Sono un allenatore, un uomo di campo.

Il tavolino non mi è mai piaciuto, anzi, ne ho uno in casa per fare giocare le mie figlie.

Amo il campo, il sudore dei miei atleti, il miglioramento collettivo ed individuale, ma, sinceramente, non sono un allenatore Nba che ha un ufficio con un “tavolino”, una scrivania… insomma.

Dunque, con grande franchezza, tutto mi aspettavo, che perdere a “tavolino” a causa di una normativa “non normata”,ad una gara tre non disputata, ad una “bella” che si è dimostrata “brutta” più che mai, svilente, deprimente e triste.

Ho aspettato questa sera per scrivere quanto di assurdo ci potesse accadere, pubblicando questo post proprio quando,
l’auspicio sarebbe stato il dover festeggiare vittoria o sconfitta contro un avversario tosto, serio, preparato e forte come Svincolati Milazzo.

Forse questo sarebbe stato un post di complimenti all’avversario per la qualificazione alla semifinale (sul campo) o un ulteriore ringraziamento ai miei ragazzi per quanto di straordinario fatto (sempre sul campo).

E invece siamo stati costretti ad abbandonare la competizione più importante ed imprevedibile della stagione: i Playoff.

Un anno di sacrifici buttati al vento, di tempo che, sinceramente, potevamo TUTTI utilizzare meglio, per rimanere accanto alle nostre famiglie o semplicemente per giocare un campionato maggiormente organizzato.

Non mi sento di fare “la vittima” ma penso ai sacrifici economici della mia dirigenza, di chi è partito dalla Romania per coltivare il proprio sogno Italiano, per chi ha preferito giocare per la mia squadra che andare in viaggio di Nozze, chi, ad inizio campionato veniva scartato da squadre che lottano per salvarsi ed oggi è il miglior tiratore del torneo, per un gruppo di uomini meraviglioso che posso solo ringraziare ed abbracciare per questo cammino eccellente che rimane nella storia.

C’è chi, malignando, pensa che in questa faccenda paradossale ci sia dell’altro.

Qualche schema prestabilito o che, i miei giocatori rimasti potessero realmente andare a giocare ugualmente una sfida ad armi “impari” con un nucleo Under che, variabili alla mano potesse “contagiare” la prossima semifinalista della C Gold.

Così non sarà, quel che è chiaro è che il basket, il nostro amato basket ha bisogno di maggiore attenzione e professionalità da parte di chi ha il dovere di organizzare una macchina che, ad oggi, fa fatica a carburare”.

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