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CURRE CURRE GUAGLIO’: TANTI CARI AUGURI DONATO AVENIA

Se per le strade di Reggio esclami “DONATO”: il riferimento è e sarà solamente lui.

Buon compleanno ad un grandissimo protagonista del mito nero-arancio, da sempre e per sempre.

È un nome storico per la pallacanestro reggina e non solo. Ha vestito la canotta della nazionale italiana ma si è formato alla corte del Giudice Viola e dell’Ingegnere Scambia grazie a lavoro, costanza, spirito di sacrificio, carattere e grandissima capacità cestistica.

Nasce ad Agropoli, reclutato dalla Viola(si racconta battendo la concorrenza del Cap), società che lo ha lanciato nei massimi campionati nazionali dove, ha dimostrato, tecnica, spirito di sacrificio e grande cuore.

Beniamino della gente per un affetto indelebile che dura e durerà per sempre.

Leggendarie le sue partite ed il suo spirito da combattente cestistico nelle versioni di Coach Benvenuti, Santi Puglisi con Joe Bryant, la Standa di Tonino Zorzi,la Panasonic di Carlo Recalcati e non solo.

 

Ieri, era presente alla sfida d’esordio del campionato della Pallacanestro Viola accanto a Stefano Attruia.

In campo occupava la posizione di ala, non disdegnando il tiro dalla lunga distanza.

Semplicemente: un mito cresciuto in casa ed una storia cestistica leggendaria.

Per raccontarlo, serve la sintesi delle sue parole rilasciate su Rac Live qualche tempo fa:

Capitan Santoro, Bullara,Avenia e Tolotti con la partecipazione straordinaria dell’Ingegnere Scambia, Presidente della grande Panasonic.S

Pillole da Rac Live con Donato Avenia

Emozioni – Mi ricordo tutto, tutti ricordi assolutamente indelebili

 

Sandro Santoro- Si ricorda cose che nessuno ricorda. Quando parla mi illumina il cervello con tantissimi ricordi.

Tolotti – Ricordo la sua dieta per ingrassare.

Doveva prendere sei chili ne ha persi 4.

Mangiava pianissimo. 6 etti di pasta, due chili di pomodori ma non ingrassava.

Al Messaggero – Alla Viola ci portavamo indumenti sportivi da casa. Arrivati a Bormio ci portavano le maglie per giocare. Arrivavano due double, due tute.

Arrivo a Roma. Ritiro a Cortina.

Viaggio in aereo. A Venezia avevamo un pullman per i giocatori ed uno per i dirigenti 52 persone.

Arriviamo in camera a Cortina: c’erano un borsone grosso come il mio armadio con 10 maglie, dieci tute, dieci di tutto.

Io ancora ho roba nuova a casa.

Roba che non ho mai utilizzato.

Il problema al Messaggero era avere una maglia, dovevi chiederne 500.

Reggio è un posto magico e continua ad esserlo. C’era una magia clamorosa e non parlo solo di squadra.

La magia non è tanto nei giocatori, ma nella maglia, nella città.

Nessun’altra società si può permettere di andare a giocare in qualsiasi parte d’Italia con il tifo al seguito.

A Treviso ci hanno tolto la possibilità di poter ringraziare ancor di più le persone di Reggio.

Il canestro di Garrett. – L’anno dopo ho giocato a Reggio Emilia.

Chi vince resta in A1, chi perde retrocede.

Ultime giocate, palla a me, tiro da metà campo e segno.

Mi hanno chiesto, perchè non l’hai passata a quello sotto?

I tifosi- Passavano dalla Reggina alla Viola.

Alla Sosta la sera c’erano due mila persone che ci aspettavano.

Con il Calcio la magia è ripartita può tornar anche nel basket ma servono investimenti.

Oggi i ragazzi hanno tutto e non è facile convincerli.

Dieci miliardi – Gustavo ed io valevamo tanto e giocavamo a calcio in mezzo alla strada. La sera andavamo al mare a fare la spaghettata con gli amici. Cose uniche e meravigliose.

Mark Campanaro – Un vero fratello maggiore.

Era perfetto con noi tranne quando ci menava in allenamento.

Se lo stoppavi o se gli facevi fallo e non lo ammettevi …finiva l’allenamento.

Lui come Cj Kupec.

Dopo la partita andavamo al pub.

Mi dava la coppa con scritto Coca Cola..era solamente Wishckey.

E mi diceva:”Lo bevo qui così non se ne accorgono.”

C’era sempre qualcuno deputato per portarlo a casa, abitava a pochi metri dal Pub.

Aveva una casa fenomenale con una sala da pranzo con la pista delle macchinine.

Lui ed i suoi amici passavano nottate intere a giocare alle macchinine.

Quando andavamo in trasferta molto spesso si vedeva Kim che lo portava sulle spalle a casa.

Spataro –  Ricordo che una volta Max Bianchi lo rimproverò.

Lui si arrabbiò e diede un pugno contro il muro rompendolo.

Visto che troppo orgoglioso dopo un bel po andò a chiedere il ghiaccio a Lillo Barreca.

E quando sbagliò il calcio di rigore?

Il Presidente Scambia – Fa parte della mia famiglia, lui, il Giudice, hanno creduto in me, mi hanno dato un’opportunità, una possibilità. Anche se non ci sentiamo spesso loro per me sono sempre la mia famiglia.

Volkov – Era difficilissimo da marcare. Un armadio semovente che si muoveva come una guardia.

Quando è stato bene eravamo praticamente imbattibili ma ci vuole anche fortuna.

Quando si è rotto il ginocchio a Roma è stato un brutto colpo, successivamente si fece male anche Garrett.

Da primi siamo arrivati sesti.

Se non ci “rubano” quel canestro a Treviso staremmo qui a parlare di un miracolo.

E’ un qualcosa di lontanissimo nel tempo ma fa male.

Prima o poi lo diranno: tante cose strane.

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