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BASKIN, UN PIENO DI NOVITA’: LA CALABRIA, ED ANCHE REGGIO INIZIANO A MUOVERSI

A dirla tutta, considerati i numeri minimi del basket federale in Calabria, c’è il serio rischio “accorpamento” anche nella classica attività cestistica. In Calabria arriva il Baskin ed ha voglia di amplificare i propri numeri, appassionati ed addetti ai lavori. Filippo Frisenda, deus ex machina del progetto Castanea, assume così un ruolo centrale per le due regioni, Calabria e Sicilia.

Il Consiglio nazionale del 23 settembre ha dato mandato alla Sicilia di gestire anche la regione Calabria come comitato unico.
Il nuovo delegato è Coach Filippo Frisenda.
“Sono entusiasta.
Già dal precedente consiglio nazionale mi era stato dato mandato di “allargare” la nostra area, non limitandomi solo alla Sicilia.
Gli Stati Generali avevano consigliato quest’apertura che, aveva così, dato spazio alla creazione di nuovi spiragli e contagi per il Baskin.
La prima in assoluto sono stati i Baskin Tiger di Gioia Tauro di Valentina Parziale.

Si sono già affiliati nella passata stagione ed oggi, troveranno anche Reggio Calabria.
E’ stata un’estate intensa, di coinvolgimento.
Mi auguro che Catanzaro,Vibo, Cosenza e Crotone, seppur il Baskin non sia facile da mandare in scena possano rispondere presente.
Servirà forza, volontà e voglia di divulgare questo meraviglioso sport.
Il comitato unico rimarrà fin quando le squadre calabresi non arriveranno almeno ad otto.
Sarò delegato fino a Marzo, fino a nuove elezioni”.

Un passo importante suggellato insieme al Responsabile Scuola per Sicilia e Calabria, Marco Vaccarella ed il Consigliere Nazionale Giuseppe Battaglia.

Il baskin è uno sport di squadra, giocato da persone con disabilità e normodotati insieme. Il termine “baskin” è l’unione di “basket” e “inclusivo”. Le regole e i campionati sono gestiti da EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi).

Questo sport trae origine dal basket e ne mantiene lo scopo del gioco, cioè segnare più punti della squadra avversaria. Ogni squadra è composta sia da giocatori disabili che non disabili, ciascuno dei quali è portato ad esprimersi al massimo delle sue capacità insieme ai compagni. Possono partecipare sia persone con disabilità mentali, sia persone con disabilità fisiche, sia persone senza nessun tipo di disabilità. Anche tra i normodotati ci possono essere giocatori di pallacanestro, sportivi provenienti da altre discipline e persone meno abituate allo sport. Le squadre sono miste anche dal punto di vista del sesso e dell’età. Tutto ciò è possibile grazie ad un ingegnoso sistema di regole, pensato per adattarsi ai giocatori.

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