LE VERITA’ DI VELASCO
Julio Velasco, ex grande ct della mondo del volley, ha commentato le recenti sorti di Virtus Bologna e Olimpia Milano dopo la finale scudetto chiusa con con un secco 4-0 per i bianconeri.Riflessioni importanti che, indirettamente, scendendo di categoria, potrebbero essere un vanto per la Pallacanestro Viola, brava a non separarsi mai da Coach Domenico Bolignano, unico allenatore del girone iniziale, il D2, insieme a Davide Olive del Cus Taranto a rimanere in sella per tutta la stagione.
Queste le sue dichiarazioni, rilasciate a Simone Monari per La Repubblica Bologna.
Riflessioni? “La prima che mi viene in mente è che il tecnico dello scudetto era stato mandato via”.
Eh, questi esoneri… “Ma questo è un Paese a forte cultura calcistica, non siamo tanto abituati ai playoff, che sono decisamente un’altra cosa, tutta un’altra cosa: l’ho detto spesso. Mentre qui da noi si fanno drammi per due ko in regular season. Ma sull’esonero di Djordjevic bisogna che tutti quanti, anche la stampa, riflettano”.
Per arrivare a dire che cosa? “Che ormai, se si allagano i palazzetti, si manda via l’allenatore. Con questo non voglio dire poveri allenatori, perché a volte gli esoneri ci stanno, ma non è vero che gli azionisti di maggioranza o i presidenti, insomma chi tiene in mano il club, non ha altre soluzioni. Ne avrebbe, ma finisce spesso per fare la cosa più semplice”.
In questo caso allora brava la società a capire l’errore. O no? “Una volta tanto i giocatori hanno detto la loro, si sono esposti, tanto di cappello. E hanno vinto lo scudetto”.
Sull’Olimpia: “lo mi sono fatto un’idea”.
Prego. “Troppa festa da parte di Milano per la conquista della Final Four di Eurolega. Troppo presto”.
Era un traguardo a lungo inseguito. “Sì, ma dopo c’era la finale scudetto, e il fatto che i due appuntamenti fossero così ravvicinati secondo me ha influito molto. Ho avuto l’impressione che Milano abbia chiuso lì la sua stagione, naturalmente a livello inconscio. È come se avessero un po’ staccato la spina, come se avessero sentito quel traguardo raggiunto come la vittoria che cercavano. E chi fa sport sa che poi riattaccare la spina è sempre parecchio complicato”.